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TESTIMONI DI GEOVA onlAIN by SAMUEL CAMPOCHIARO (AXL)

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Testimonianze di ex Testimoni di Geova

Ultimo Aggiornamento: 30/07/2010 22:49
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christusveritas.altervista.org/TDG_testimonianze.htm

Due ex ministri dei TdG

Walter Palmieri e Achille Aveta hanno partecipato fin da ragazzi alle attività propagandistiche dei TdG in Campania. Hanno conseguito gradualmente posti di responsabilità e hanno conosciuto a fondo tutti gli aspetti dottrinali e organizzativi della setta. Ma nello stesso tempo è cresciuta in loro una delusione profonda che li ha portati al crollo della fiducia in tutta l'organizzazione e ha determinato la loro uscita dalla setta. Hanno scritto un libro : Testimoni di Geova: essere o non essere ? Un'analisi del movimento religioso compiuta da due ex ministri dei testimoni di Geova (Ed. Dehoniane, Bologna 1981. pp. 198). Un'analisi chiara e obiettiva che prescinde da ogni pregiudiziale religiosa. Erano vissuti nella convinzione d'aver trovato fra i TdG la migliore esperienza religiosa, la più corretta interpretazione della Bibbia, uno schietto cristianesimo a cui aderire con entusiasmo.

Dubbi e libertà di parola

"Finché non ci siamo posti il problema, anche noi eravamo degli addottrinati, inquadrati come tanti altri, e vedevamo ogni cosa attraverso i filtri imposti dall'organizzazione. Per giunta, le varie fasi del ministero svolto dai TdG ci impegnavano talmente da non lasciarci quasi la possibilità di meditare criticamente! Quando per vari fattori sono sorti i primi dubbi, ci siamo accorti con grande rammarico, per la prima volta, che non era possibile parlarne con altri TdG: infatti una triste realtà dell'organizzazione dei TdG è l'assoluta mancanza di dialogo; o meglio, dialogo c'è, ma è a senso unico, cioè nel senso voluto dall'organizzazione. Tra i TdG non esiste libertà di parola, non si possono esprimere idee diverse da quelle imposte dall'alto dal Corpo Direttivo...Abbiamo notato con sorpresa che anche quei pochi Fratelli con i quali era possibile dialogare sinceramente avevano le nostre stesse perplessità: da qui è nata la decisione di fare un esame, indipendentemente dalle direttive imposte dal Corpo Direttivo, di questa organizzazione alla quale avevamo dedicato tutte le nostre energie. Ci siamo accorti che le loro dottrine non reggono alla prova... diventano ambigue, oscure... mentre quando le esaminammo per la prima volta con un TdG, sia per la nostra impreparazione in campo biblico, sia per la notevole sicurezza e convinzione manifestate dal nostro insegnante, fummo entusiasti, e ci sembrò chiaro quello che tanto chiaro non è..." (pp. 12-14).
Tra i moltissimi TdG che hanno lasciato la setta, parecchi hanno scritto la loro esperienza, esponendo le ragioni del loro ritorno alla Chiesa cattolica. Ecco qualche esempio.
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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà

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Non vengono da Dio

"Nel corso della nostra analisi - concludono i due autori - si è sempre più consolidata la convinzione che la struttura organizzativa dei TdG non si prefigge sempre mete cristiane, si propone spesso di divulgare idee di uomini che non hanno ricevuto alcuna diretta investitura da Dio, di persone che si ricoprono di sacralità per acquistare prestigio. Abbiamo riscontrato come il Corpo Direttivo sia abile nel modificare le sue vedute riuscendo a presentare opinioni antitetiche senza che quasi nessuno noti i cambiamenti per i quali esso è passato... Il problema del sangue rivela macroscopicamente la superficialità mostrata dal Corpo Direttivo nell'affrontare problemi in cui è implicata la vita umana, sacra agli occhi di Dio..." (p. 187).

Una signorina

Di nome Gilda Sistarelli, ha pubblicato sul periodico "Con Roma' (n. 18, 1 .10.1957) la seguente dichiarazione: "Sento il dovere di rendere pubblico il mio definitivo ritorno alla Chiesa cattolica dopo aver errato per oltre sei anni nella sètta dei TdG della Congregazione di Mutignano (Teramo). Vi entrai spinta dal desiderio di trovarvi, secondo le promesse dei capi una maggiore osservanza della legge... Ho trovato invece che il movimento è guidato da una classe dirigente superba, egoista e interessata, e che la massa degli aderenti esaurisce la sua attività spirituale nello studio e nel commento dei testi e passi biblici selezionati ad arte nella Sacra Scrittura mediante schemi preparati dalla centrale americana di Brooklyn...In sei anni non ho mai ascoltato dai capi un solo sermone sulla carità che è la parte essenziale della legge e della predicazione di Cristo. Ne ho trovato il conforto spirituale della confessione che ci dà, come dice la Bibbia, la certezza del perdono di Dio...[Rutherford] cominciò col distruggere e togliere dal commercio i principali libri di Russell allo scopo di diffondere i suoi dai quali scomparve ogni accenno all'opera e anche al nome del fondatore. In breve tempo questo scaltro organizzatore del movimento divenne padrone, azionista ed autore della più ricca Società Editrice detta "Torre di Guardia per Bibbia e Trattati"...Un'ultima parola devo dire sulla figura morale del fondatore di questo movimento: Russell. Studiando attentamente la sua vita sui testi storici e non sulle notizie che appaiono su Torre di Guardia, ho dovuto concludere che egli è stato, oltre che un maniaco religioso anche un uomo spiritualmente e moralmente disordinato. La sentenza del tribunale americano, che sanzionava il suo divorzio, così lo qualificò: "L'ostinato egoismo di Russell, la continua lode di sé e la prepotenza, erano tali da rendere la vita veramente insopportabile a qualsiasi donna". Senza citare le allusioni "di natura quanto mai delicata" inserite nella stessa sentenza. Quando una setta, che pur si dice cristiana e superiore a tutte le religioni, ha fondatori e maestri di questo genere: egoisti, prepotenti, scostumati; quando fa leva sull'ignoranza e sulla miseria, seminando l'odio contro la Chiesa cattolica e il mondo attuale in ogni sua espressione; quando la sua dottrina si risolve in una forma più o meno larvata di ateismo e di anarchia, ritengo doveroso e urgente abbandonarla e suggerire a quanti si trovassero nelle sue file di uscirne coraggiosamente, per non cadere nella contraddizione a cui alludeva san Paolo, parlando dei falsi credenti: "...essi affermano di credere in Dio, ma poi lo rinnegano con le loro opere" (Tito 1,16)...Faccio, infine, un caldo appello a tutti quei fratelli e sorelle che hanno abbandonato la fede dei padri, perché, mossi dalla grazia, sperimentino anch'essi, come me, il tormento del dubbio, l'ansia del ritorno e la gioia della verità ritrovata. Per il ritorno di questi cari fratelli offro volentieri a Dio la mia vita".
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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
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Gunther Pape

Tedesco, cresciuto in una famiglia di TdG. Con l'età e con lo studio si è reso conto degli errori, delle contraddizioni e degli inganni dei TdG, ed è approdato alla Chiesa cattolica. Ha narrato la sua lunga esperienza in un libro che merita veramente di essere letto; Io ero Testimone di Geova (Queriniana, Brescia 1974, pp. 142). Ne riportiamo qualche passo.

Far conoscere la verità

"Io sono stato testimone di Geova; allevato fin da bambino in questa fede, l'ho diffusa come missionario e ho ricoperto nella relativa organizzazione diversi uffici. Oggi scrivo contro - o meglio - su i TdG. Perché? Con la grazia di Dio, ho potuto accorgermi dell'errore nel quale ero stato educato e cui servivo... Intendo esporre obiettivamente e senza polemiche le mie esperienze, per mostrare come i TdG servono un'organizzazione tentacolare al bando da ogni di buon senso religioso e civile. Col presente libro voglio far conoscere la verità sui TdG" (p. 5). Le reazioni alla sua denuncia non mancarono: "La società della Torre di Guardia fa diffondere dai Testimoni la diceria che le prove, le citazioni, gli argomenti di questo libro sono falsi - avverte l'autore nella 4a edizione del libro ma sa perfettamente che di falso non c'è nulla. Lo dimostra il fatto che finora non ha potuto addurre la benché minima prova in contrario; cosa comprensibile, del resto, perché ogni parola di quanto ho scritto corrisponde a verità" (p. 6).

Errori e contraddizioni

"Mi sconcertava il modo di agire dei dirigenti centrali, la pretesa che certe "verità", mutevoli, e quindi in se contraddittorie, venissero da Dio... Scopersi calcoli sbagliati, interpretazioni bibliche arbitrarie, dottrine inattuali e completamente abbandonate. E io dovevo credere che era Geova stesso a rivelare il contenuto della Bibbia? Accertavo contraddizioni nella dottrina e nella spiegazione della Sacra Scrittura, e una disinvolta disponibilità a modificare la dottrina stessa, per adattarla alle esigenze di tempi e mentalità... I pretesi ispirati, che scrivevano nella Torre di Guardia, si sbagliavano, si sbagliavano di continuo... Vecchie dottrine della Torre di Guardia, che ora vengono respinte come errori, una volta erano spacciate per verità. Ma la verità divina non può diventare errore. E allora, che razza di verità erano quelle di prima? E come si può ciarlare di un progressivo chiarificarsi della luce divina, così, per rimediare? ... Mi diedi quindi a confrontare gli insegnamenti del primo presidente, Russell, con quelli del secondo, Rutherford, e quelli del presidente in carica, Knorr, e dei suoi collaboratori. Ebbene, si contraddicevano, si sconfessavano a vicenda, rivendicando ciascuno la propria ispirazione. Davvero, non sembrava esistesse traccia di guida soprannaturale, divina, nella società della Torre di Guardia. Ma Rutherford non aveva dichiarato che le sue dottrine erano "Insegnamenti che dava il Signore, per annunciare al popolo che...". E con quale diritto, allora, Knorr le aveva respinte? Come si possono rigettare "verità che ha dato il Signore" . Oppure, diciamo, il Signore non aveva dato niente. Più probabile. C'era qualcosa che non funzionava, comunque, nei principi basilari" (pp. 36-37).

La tattica della conquista

Anzitutto non è onesta la tattica della conquista: "L'unico nostro impegno - si insegna ai TdG - è quello di minare, astuti come serpenti, la fede degli altri, rimpiazzandola con la nostra... Quello che conta è risvegliare interesse per il nostro messaggio. Ma sulle prime dobbiamo dissimulare il movente autentico delle nostre visite, che è quello di far proseliti... Mentre parliamo con la gente, dobbiamo dimostrare interesse per loro, dando a vedere che cerchiamo di conoscere le loro opinioni e manifestando rispetto per i loro argomenti e punti di vista. Nella misura in cui noi cercheremo di compenetrarci dei loro dubbi e problemi, essi penseranno che siamo realmente intenzionati ad aiutarli, e accetteranno le nostre soluzioni. Se li sorprendiamo in qualche loro espressione incerti nella fede, abbiamo là un buon appiglio per suscitare interesse al messaggio di Geova...Naturalmente, conoscere la religione altrui e sollecitare la comprensione reciproca non ci interessa niente...Certo, dopo una propaganda del genere vengono rimorsi di coscienza..." (pp. 41-44).
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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
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30/07/2010 22:49
 
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