L' infanzia di un testimone di geova

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D-Diego
00mercoledì 27 agosto 2008 14:50
La mia storia con i TdG

La mia esperienza nei TdG ebbe inizio ventiquattro anni fa, quando in un pomeriggio di ottobre una coppia di TdG bussò alla porta di casa dei miei genitori. Quel pomeriggio parlarono solo con mio madre, mio padre non c’ era perché lavorava. Da quel giorno fecero ulteriori visite, parlarono anche con mio padre e ne seguì quasi subito uno studio biblico con entrambi.

All’epoca avevo solo cinque anni e mi ritrovai da un giorno all’ altro scaraventato in una nuova realtà completamente diversa da quella in cui ero nato, con le inevitabili ripercussioni che questa comportava: niente più natale, compleanno ecc. Niente più regali, nemmeno da parte dei miei parenti non testimoni che puntualmente venivano “rispediti al mittente”, oltre all’isolamento totale dagli altri bambini al di fuori delle ore di scuola in quanto ero perennemente recluso tra le mura domestiche. Immaginate quale trauma fu per me che ero solo un bambino.

Dopo poco tempo i miei genitori decisero di diventare Testimoni di Geova e quindi di battezzarsi, ma sorse un problema riguardo la posizione di mio padre, in quanto faceva parte dell’ Arma dei Carabinieri, come tale perciò era un militare. Tale posizione non è in armonia con il credo dei TdG in quanto secondo loro, entra in contrasto con i principi biblici.
Per questo motivo anche se per lui questa fu una decisione molto sofferta decise di congedarsi il prima possibile dall’Arma, pur di fare parte a pieno titolo dei TdG. E fu proprio ciò che fece, incoraggiato sia dai fratelli che dagli anziani, senza che nel frattempo fosse riuscito a trovare un altro impiego. Così subito dopo si battezzò insieme a mia madre.

A mio giudizio, ma credo anche a giudizio di chiunque abbia un briciolo di sale in zucca, fu una decisione del tutto da irresponsabile e questo grazie ai consigli di fratelli fanatici e bacchettoni. Come si può incoraggiare una persona a compiere un gesto così affrettato e stupido, dal momento che noi vivevamo solamente del suo stipendio? “Non ti preoccupare” - gli dicevano - “Vedrai che Geova non vi abbandonerà!”. Intanto però eravamo noi che rischiavamo di finire in mezzo alla strada, rimanemmo due anni senza uno stipendio in casa e, se nel frattempo non eravamo andati a vivere sotto un ponte fu solo grazie all’ aiuto dei miei nonni materni che, tra parentesi, nel frattempo pure loro si erano convertiti TdG. Era così un grosso problema aspettare che mio padre trovasse nel frattempo un altro impiego? Già ma la fine era imminente perciò era pericoloso aspettare (anno 1986)…

Nel frattempo io crescevo, emarginato a scuola dai compagni, segregato in casa come raccomandavano gli anziani, bambino modello in sala, che faceva i sermoni della lettura biblica settimanale della scuola di ministero teocratico, che commentava quando si studiava la Torre di Guardia ecc.. E naturalmente il sabato e domenica in predicazione con il babbo. Sempre con il timore di Armaghedon. “Comportati bene” - dicevano - “se no quando viene la fine Geova ti distrugge”.

Che dire della disciplina? Nel libro di Proverbi, se non mi sbaglio, da qualche parte c’è scritto di non trattenere la verga della disciplina verso i propri figli. Passo biblico che gli anziani usavano per incoraggiare i genitori TdG non proprio di prendere letteralmente a bastonate i figli ma poco ci mancava. Ricordo che sembrava quasi facessero a gara i genitori per chi fosse più duro verso i propri figli: castighi, botte, schiaffoni, anche in sala. Guai se noi bambini in sala non stavamo attenti e in silenzio, se no a casa “facevamo i conti”. E lo stesso se prendevamo una “nota” dalla maestra a scuola.

Comunque gli anni passarono, diventai proclamatore non battezzato, anche se contro voglia, ma non me la sentii di arrivare al battesimo, anche se subivo spesso forti pressioni dagli anziani. Tra l’ altro proprio uno di questi anziani, il più bacchettone di tutti (era un pioniere speciale inviatoci perché la nostra congregazione era piena di fratelli inattivi e irregolari), venne disassociato perché lasciò sua moglie e scappò non si sa dove con un’ altra sorella sua amante (come è strana la vita a volte).

Che dire invece delle mie scelte scolastiche? Naturalmente l’intendimento della “Società” dell’epoca (perché naturalmente visto che la fine non e ancora arrivata, guarda caso ora hanno cambiato intendimento), anche se non direttamente, diceva che era meglio dedicarsi alla predicazione anziché continuare gli studi, visto che la fine era ormai imminente… Lasciai gli studi all’età di sedici anni anche se non proprio per dedicarmi alla predicazione, piuttosto per andare a lavorare, ma ciò non toglie che se non fossi stato pienamente convinto che la fine era vicina non avrei preso una simile decisione. Si può dire che in me più che altro aveva fatto breccia un senso di malessere che si stava trasformando piano piano in depressione, che mi faceva pensare che fosse inutile fare sacrifici visto che la fine era vicina.

Poco prima di compiere diciotto anni andai in crisi, vedevo che tutti i giovani come me abbandonavano la congregazione - e non solo nella mia, negli anni novanta c’è stato un vero proprio esodo di figli di testimoni che abbandonavano “la verità” -, inoltre ero stufo di essere emarginato, di vivere una vita di negazione e di sottomissione. Decisi quindi di abbandonare “la verità” anche se credevo che fosse la vera religione, e di cercare di vivere un po’ in pace la mia giovinezza. Iniziai a fumare, ad andare in discoteca e nei pub, di cercare di farmi degli amici e trovarmi una ragazza. Cose normali, senza mai spingermi oltre, tipo fare uso di droga o cose simili. Feci anche il servizio militare, più che altro solo per togliermi alla svelta questa seccatura, senza tirarla tanto per le lunghe come gli altri figli di fratelli con processi, rinvii, ecc..

Poi, di nuovo, la crisi. All’ età di ventitre anni mi lasciai malamente con una ragazza e questo scossone portò dentro di me il rimpianto della vita da TdG. Dopo cinque anni circa di assenza dalle loro file mi ero reso conto che comunque nel mondo non riuscivo ad integrarmi più di tanto, mi sentivo come un pesce fuor d’acqua. Ricominciai quindi ad andare in sala e feci subito un rapido progresso. Tuttavia non ero felice. Non mi sentivo riaccolto veramente come nella parabola di Gesù del figlio il prodigo, mi sentivo trattato come un disassociato anche se non lo ero. Di differenza c'era solo che venivo salutato e ogni tanto qualcuno mi chiedeva come stavo. Posso contarli sulle dita di una mano i fratelli che ogni tanto mi invitavano ad andare a casa loro o a mangiare una pizza. O forse ero io che mi aspettavo troppo, chi lo sa… Comunque dopo nemmeno un anno mi battezzai.

Dopo qualche mese mi presentarono casualmente una sorella con cui entrai subito in sintonia visto che anche lei era “marchiata” dagli altri come cattiva compagnia in quanto riassociata da pochi mesi. Passò non molto tempo che ci fidanzammo ufficialmente, ma la felicità durò poco. Persi il mio precario lavoro (visto che non avevo completato gli studi non potevo di certo essere un “direttore di banca”), e dovemmo rinunciare a sposarci fino a quando non trovavo un lavoro stabile, visto che anche lei come me era una precaria, senza lavoro, che non aveva completato gli studi per fare la pioniera regolare quando era adolescente grazie alla ottusità di “qualcuno”.

Entrammo in uno stato di forte depressione tutti e due, iniziammo a litigare in continuazione, eravamo disperati. Finchè la disperazione ci portò a cadere. Disperata, lei non potendo più sopportare il peso di un nuovo comitato giudiziario, decise di dissociarsi indipendentemente da me. Cosi mi ritrovai tra l’incudine e il martello, come si dice. Mi ritrovavo fidanzato ufficialmente con una dissociata e a dover sostenere un comitato giudiziario. Mi illusi che, visto che ero comunque fidanzato ufficialmente, pentendomi e impegnandomi a restare casto fino al matrimonio sarei potuto rimanere un fratello anche se lei si era dissociata. Per l’appunto, mi illusi. Mi trovai costretto a scegliere: o lei o Geova. Scelsi lei.

Dopo poco vinsi un concorso in un azienda di trasporto pubblico locale e trovai così un impiego stabile. Da li a poco mi sposai e mi illusi così di venire presto riassociato. Ma avevo fatto i conti senza l’ oste… Mia moglie non ne voleva più sapere di venire in sala, si stava costruendo la sua vita al di fuori dell’ Organizzazione e così di nuovo litigi e intromissioni da parte dei nostri genitori e degli anziani. Dopo poco più di un anno di matrimonio ci separammo a causa dei continui litigi e incomprensioni. E per che cosa? Per la Wts!

Eppure per alcuni mesi continuai lo stesso a frequentare le adunanze ma incominciai a vedere il tutto con un’ ottica critica, diversa. Vedevo l’ipocrisi di certuni chiamati “fratelli” che facevano tranquillamente i comodi loro da anni e non venivano disassociati per mancanza di prove, quando bastava semplicemente andargli a chiedere dei “chiarimenti”. Una cara e rispettata sorella che conosco che era fidanzata con un ragazzo del mondo che abitava sotto casa mia, erano sempre chiusi in casa soli, sicuramente si guardavano solo negli occhi prima di sposarsi… Nemmeno era stata segnata.. O un altro caso di un anziano sposato che conosceva mia moglie: scoprimmo dalla diretta interessata, conoscente anche questa di mia moglie, che lei da anni portava avanti una relazione extraconiugale proprio con questo anziano, il quale poi, non so con che coraggio, fa disassociare quelli come me che si prendono le loro proprie responsabilità davanti ai comitati giudiziari…

Che dire poi di quanto vengono spremute di continuo le tasche dei fratelli con continue pressanti richieste di denaro tramite risoluzioni per ammodernare in continuazione la Sala del Regno, delle Assemblee, contribuzioni volontarie per la letteratura ecc..
Penetranti ed esasperanti, le continue richieste di denaro, facendo leva sui sentimenti dei fratelli, con le solite scritture a doc "della vedova che metteva le due monetine in offerta per il tempio, senza curarsi del fatto che erano tutti i suoi averi."

Nonostante tutto, ero sul procinto di farmi riassociare, frequentavo le adunanze, ma poi un bel giorno, ho cliccato su motore di ricerca di internet "testimoni di geova".. Altro che farmi riassociare, rimasi talmente sconvolto da ciò che lessi, in particolare sul caso Onu Wts, immagini subliminali e provate manipolazioni delle Sacre Scritture.
Decisi di interrompere ogni contatto con il movimento geovista, perchè questo è il termine giusto per definirlo..

Concludendo eccomi qua. Ventinove anni, una vita passata in isolamento, un matrimonio fallito, pochi amici ed un lavoro usurante.

A distanza di un' anno, da quando ho interrotto definitivamente ogni contatto, le cose pian pianino sono migliorate.
Ma certe cicatrici nella mia mente, non credo si potranno mai rimarginare.

Grazie Testimoni di Geova per la bella esistenza che mi avete donato, in nome di una favola della buona notte, venditori di fumo senza arrosto.
Il mio consiglio per i Testimoni delusi: trovate il coraggio di troncacare con la Wts, non importa come, anche rimanendo inattivi.
Il mio consiglio per chi si avvicina hai Testimoni di Geova: fate solo attenzione a non scottarvi...

Diego
al.64
00mercoledì 27 agosto 2008 15:38
caro diego hai tutta la mia solidarieta'. ti auguro di cuore, al piu' presto, una vita felice, visto che sei giovane. con affetto, alex [SM=g20538]
axlrose24
00lunedì 1 settembre 2008 18:40
Comunque caro Diego ,tu sai benissimo che e' difficilissimo troncare con la WT,anche se ti dissoci o vieni disassociato,non e' detto che "hai troncato" del tutto,anzi ,e' possibile che una persona sia in qualche modo piu' "schiava" per via della famiglia .

In questo caso ,una fuoriuscita non sarebbe affatto una "liberazione" ma aggraverebbe ulteriormente la situazione.


AXL ROSE
D-Diego
00mercoledì 3 settembre 2008 12:05
Re:
axlrose24, 01/09/2008 18.40:

Comunque caro Diego ,tu sai benissimo che e' difficilissimo troncare con la WT,anche se ti dissoci o vieni disassociato,non e' detto che "hai troncato" del tutto,anzi ,e' possibile che una persona sia in qualche modo piu' "schiava" per via della famiglia .

In questo caso ,una fuoriuscita non sarebbe affatto una "liberazione" ma aggraverebbe ulteriormente la situazione.


AXL ROSE



Condivido, è questo che tu dici è la maggior colpa di questo movimento.

Quella dei tdg è come una finestra che chiunque può aprire ma poi non può più chiudere..

Ma sembra che pian pianino qualcosa si sta muovendo, tra le varie cause in corso e, comunque secondo me, internet detterà la fine di questo movimento perchè si possono trovare facilmente "gli errori e le contraddizioni"..




Luteranamanier
00domenica 7 settembre 2008 20:58
Ciao diego
Benvenuto da parte mia! [SM=g8900]
Conosco già la tua storia, ma mi colpisce ogni volta di nuovo.

In un post recente avevo detto che non postavo più finché questo forum non si fosse popolato di gente seria.
Mi sembra che ciò sta avenendo tu sei un esempio.

Tante buone cose, che Dio ti aiuti nel tuo cammino sempre!

Ciao
Veronika
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